
Articolo di Mariangela Canta per il settimanale La Guida del 8 giugno 2023
Domenica 21 maggio, h.17: prende avvio la quarta assemblea parrocchiale annuale. Nel salone “Don Marro” ci sono novantacinque partecipanti di cui quindici giovani, che vanno dagli appena cresimati agli universitari. La giornata piovosa non ha demotivato quei parrocchiani che credono nella nostra comunità, da costruirsi insieme .E’ quanto ribadisce Ilario Peano nella sua introduzione ai lavori. “L’Assemblea parrocchiale perché viene proposta? Qualsiasi impresa necessita di una programmazione e di controllo, volti a valutare l’andamento dell’attività ed a pianificarne il futuro. La nostra comunità è una grande famiglia, piccola impresa, la cui Assemblea mira a fare il punto della situazione attuale per valutare il cammino da fare ed eventualmente da modificare. Se ho delle capacità devo metterle al servizio di tutti, come disse il Vescovo. Tanti che fanno poco anziché pochi che fanno molto. L’impegno deve essere però continuativo”. Il CPP aveva provveduto, un mese prima, a distribuire un questionario chiedendo “Cosa ti piace di più della nostra parrocchia? Per costruire insieme la parrocchia di domani” e per quale attività il parrocchiano volesse mettersi in gioco. Un grafico proiettato sullo schermo mostra la percentuale di apprezzamento, ottenuta dalle cinquantasei attività, su cui riflettere per i progetti futuri. A tal fine I partecipanti costituiscono otto gruppi guidati da membri del Consiglio Pastorale, per riflettere e proporre in merito ai due temi/interrogativi seguenti: come ci vediamo tra cinque anni? Quale ambito della parrocchia mi piacerebbe conoscere di più?
Il primo punto sottintende il cambiamento di parroco, per avvenuta scadenza dei nove anni guidati dall’attuale, ma è più probabile che si faccia l’accorpamento con altre parrocchie per la scarsità di clero, la cui presenza da noi non sarebbe più continuativa. Ottimisticamente qualcuno confida nell’arrivo di clero extraeuropeo e rimanda comunque alla fiducia nello Spirito Santo, il quale forse ci sta guidando ad attuare il dettato del lontano Concilio Ecumenico Vaticano II in merito alla corresponsabilità del laicato in quanto Chiesa. Nonostante un’apprezzabile collaboratività in crescita, finora il cinquanta per cento delle attività elencate è gestito da don Carlo. Saranno finalmente i laici ad impegnarsi in compiti sempre più sostitutivi. Auspicabile un incremento del diaconato ed una maggior preparazione biblico- liturgica dei fedeli in vista di interventi nella catechesi, con preparazione anche delle omelie. Mancherebbe però quella figura prossima di riferimento, finora impersonata dal parroco, che potrebbe essere sostituita da coppie. Se comunque bisognerà uscire dalla sicurezza del proprio campanile è bene che ci si prepari sin d’ora con percorsi di collaborazione e di fruizione di contributi pastorali extra parrocchiali e diocesani. A tal fine, un gruppo di parrocchiani dovrebbe partecipare alle varie iniziative per poi portare esperienza e contenuti alla comunità di partenza. Considerando che ogni processo di apertura a realtà diverse è occasione di arricchimento ma può anche mettere in crisi la nostra identità, si riconosce nei Centri di Ascolto della Parola un modo per rafforzarci nella fede e nell’esperienza forte di comunità di credenti, capaci di uscire incontro ad altri come gli Apostoli quando uscirono dal Cenacolo. Altro elemento di speranza, nel futuro che ci attende, sono le giovani famiglie ed i loro figli. E’ indispensabile che i genitori non siano lasciati soli, nel percorso educativo cristiano dei loro piccoli, sin dal giorno del Battesimo di questi. Nel cammino di crescita spirituale si ritiene produttiva la collaborazione tra le generazioni di diversa età anche in vista del passaggio di consegne. I giovani chiedono quindi il riconoscimento delle loro proposte e del loro agire in un clima di accettazione reciproca, ma sono anche consapevoli che ci vuole da parte loro la volontà di guadagnarsi i giusti spazi. Don Carlo ringrazia l’Assemblea con un monito: “Il futuro lo costruisce chi lavora nel presente e non i sognatori.