
Ecco alcuni spunti di riflessione per l’incontro dei Centri di ascolto della Parola del mese di aprile 2021.
Ci aiuta il Vangelo di san Marco 12,28-34
Sul sussidio: In ascolto del Vangelo di Marco, troviamo gli spunti di riflessione alla pagina 113
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Con san Marco, quest’anno, abbiamo percorso diversi cammini. Oggi vogliamo andare all’essenziale. ‘Cammini verso l’essenziale’ è il titolo del nostro incontro.
Iniziamo con una domanda: Se dovessimo stilare un elenco delle cose più importanti della nostra vita quali sarebbero le cinque esperienze di cui non potremmo fare a meno?
Diamoci un po’ di tempo per rispondere…
Vogliamo adesso metterci in ascolto di Gesù e leggere il Vangelo di Marco al capitolo 12 i versetti dal 28 al 34…
Proviamo adesso a condividere quanto il Vangelo ascoltato ci suggerisce… In ciascuno di noi lo Spirito Santo suscita sentimenti, pensieri, idee, meditazioni… Condividere con gli altri quanto abbiamo in cuore è il primo passo per vivere la Parola di Dio ed esserne suoi missionari.
Gesù è arrivato a Gerusalemme e qui viene interrogato e provocato da coloro che hanno il potere: farisei, sadducei, sacerdoti, erodiani… Oggi è uno scriba che lo interroga e gli pone una domanda apparentemente semplice e innocua, ma in realtà oggetto di tante discussioni nelle scuole rabbiniche: “Qual è il primo dei comandamenti?” I comandamenti, al tempo di Gesù, erano 613 di cui 365 negativi (uno per ogni giorno dell’anno) e 248 positivi (uno per ogni osso del corpo, secondo la medicina dell’epoca). Erano così tanti che era difficile sbrogliarsi in mezzo ad essi.
Gesù risponde andando alla radice dell’esperienza religiosa giudaica citando la preghiera che ogni buon ebreo recita al mattino e alla sera: “Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore, amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza…”. Ma aggiunge: “Il secondo è uguale al primo: amerai il tuo prossimo come te stesso!”
Nella lista dei comandamenti amare Dio era all’inizio, ma amare il prossimo era al 206° posto. Gesù lo mette al secondo posto dandogli, però, l’importanza del primo. E lo scriba deve riconoscere: “Hai parlato bene”. E Gesù: “Anche tu non sei lontano dal Regno di Dio”. Il Regno di Dio è l’amore perfetto dove l’amore a Dio e l’amore al prossimo si rimandano a vicenda, uno cerca l’altro, uno ti porta all’altro, uno ti fa vedere l’altro. Capire che l’amore a Dio e l’amore al prossimo non si possono sdoppiare è un bel passo in avanti per uno scriba, tanto che Gesù gli fa i complimenti.
Nell’esperienza cristiana, proposta e vissuta da Gesù, l’amore a Dio e l’amore al prossimo sono inseparabili. Non esiste amore a Dio senza amore al prossimo e non esiste amore al prossimo senza amore a Dio.
Proviamo a fare alcune considerazioni che ci possono aiutare a vivere da cristiani fedeli al Vangelo di Gesù.
– Quando in una religione si moltiplicano le tradizioni, i riti, i precetti, gli obblighi e le leggi è facile perdersi e fare di tutta l’erba un fascio. Per cui vengono fuori le cose più assurde. Oggi sentiamo qualcuno che arriva a dire che assistere un ammalato è più importante che andare a messa e altri che sostengono che non andare a messa la domenica è un peccato grave in ogni caso. E tutti pretendono di aver ragione… Questo avviene quando non si ha chiaro cos’è più importante. Allora ci si inizia a scomunicare a vicenda perdendo tempo in discussioni insignificanti. Si è perso l’orizzonte: l’amore non esclude nessuno né Dio né il prossimo. L’amore include: se partecipi bene a messa troverai tempo anche per stare vicino a chi soffre e se vedi in chi ha bisogno di te la presenza di Gesù troverai anche il tempo per pregare, stare con Dio e andare a messa. Facciamo attenzione al fondamentalismo che ci porta ad assolutizzare alcuni aspetto della vita cristiana a scapito di altri altrettanto importanti.
Domandiamoci e confrontiamoci: Cos’è più importante per un cristiano?
– C’è una realtà in noi capace di far venir fuori il meglio di noi. Si chiama amore. E non esiste altra esperienza di cui abbiamo più bisogno che amare ed essere amati. Un bambino cresce bene nella misura in cui sa di essere amato. L’amore è la radice della predicazione di Gesù ed è frutto dell’ascolto di Dio. Gesù risponde allo scriba che lo interroga dicendo: “Ascolta…”. Se tu ascolti Dio ami Dio e coloro che Dio ha posto nella tua vita. Se ascolti Dio, scopri che lui ti ha amato per primo e ti apri all’incontro, ti doni a tutti coloro che hanno bisogno di te. L’amore fa la differenza. Sacrifici, penitenze, preghiere, celebrazioni e tutte le nostre pratiche religiose sono buone nella misura in cui sono animate dall’amore a Dio e al prossimo. Se la nostra vita non è permeata di amore, la nostra esperienza religiosa è sterile e vuota, non ha senso. Un cristiano che non ama è una contraddizione e non può esistere.
Domandiamoci e confrontiamoci: Cosa significa per noi amare?
– L’amore non è una legge imposta dalla religione, ma una realtà che sgorga dal di dentro, dal profondo della nostra persona. L’uomo e la donna sono nati da un atto di amore di Dio, il loro cuore è stato fatto per amare. Noi esistiamo per amare. Amare colui che è l’origine della vita è amare la vita in tutte le sue espressioni, senza mediocrità, senza calcoli, ma con fiducia e generosità. Importante è ascoltare quanto Dio suggerisce al nostro cuore e lasciare scoccare la scintilla dell’amore. Le leggi e i comandamenti ci possono aiutare ad amare ed esistono per questo, ma non ci possono obbligare ad amare. L’amore è in noi, è dentro di noi e chiede di uscire per incontrare, donarsi e crescere. L’amore donato è il miglior investimento della nostra vita perché non è perso, ma moltiplicato! L’amore si moltiplica solo donandolo.
Domandiamoci e confrontiamoci: Cosa ci stiamo a fare su questa terra? Quale la nostra missione su questo pianeta?
– L’amore è gratuito, non è condizionato dall’altro, né dalla ricompensa, non esige risposta, è pura generosità. Non si ama l’altro perché è buono, ma perché sia buono. L’amore vuole il bene dell’altro e mai il male. Amare chi ha bisogno di noi, indipendentemente dalla posizione sociale, dalla religione, dal colore della pelle, dalla razza, amare senza scegliere noi chi sia il nostro prossimo è questione di sopravvivenza dell’amore. La forza del volontariato sta nell’essere un’esperienza di amore gratuito. La forza della famiglia e di qualunque comunità sta nell’essere un’esperienza di amore gratuito. La forza dell’amicizia sta nell’essere un’esperienza di amore gratuito.
Domandiamoci e confrontiamoci: Cosa aiuta una famiglia, una comunità, un gruppo di amici a crescere e mantenersi uniti?
– Gesù vincola le due espressioni dell’amore l’una all’altra e pone l’amore al prossimo sullo stesso livello dell’amore a Dio. Non si può amare Dio senza amare il prossimo, perché è attraverso le persone che Dio si fa presente nella nostra vita. Il movimento che ci porta ad amare l’altro è lo stesso che ci porta ad amare Dio. L’amore a Dio senza l’amore al prossimo è falso. Possiamo immaginare l’amore come le due facce della stessa moneta, una non esiste senza l’altra.
Domandiamoci e confrontiamoci: Riusciamo a vedere l’amore a Dio e al prossimo come le due facce della stessa moneta?
– Ama come ami te stesso, dice Gesù: amare l’altro come un altro me stesso. L’altro è uguale a noi ed è amato da Dio come noi siamo amati. E se Dio lo ama, noi non abbiamo ragioni per non amarlo. Non dimentichiamoci che siamo stati creati per gli altri. Il Regno di Dio è vicino a chi ama, o meglio: chi ama è vicino al Regno di Dio.
Domandiamoci e confrontiamoci: Crediamo che Dio ama tutti, ma proprio tutti senza nessuna eccezione?