NEL NOME DEL PADRE
Tra genitori
- Cosa fa la felicità della nostra famiglia? Cosa rende felice la nostra famiglia?
- Quali sono i tesori della nostra famiglia? Quali le perle preziose che custodiamo con cura nella nostra casa?
- A cosa non rinunceremo mai, neppure per tutto l’oro del mondo?
Ascoltiamo la Parola di Dio
La Parola di Dio illumina il nostro cammino. Ascoltiamo alcune parole di Gesù registrate da Matteo nel suo Vangelo (Mt 13,44-46).
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Che cosa ha richiamato la nostra attenzione?
- Dio è come un tesoro, Dio è come una perla di grande valore. Dio è prezioso, è importante: scoprirlo presente nella nostra famiglia ci cambia la vita, cambia i nostri criteri di valutare la realtà. Come facciamo vedere ai nostri figli che Dio è importante nella nostra casa?
- Per alcune persone Dio è come un tesoro incontrato quasi per caso. Gli eventi e le vicende della vita l’hanno fatto scoprire. Non lo cercavano, ma se lo trovano tra i piedi. Un po’ alla volta si rendono conto del suo valore e diventa la loro priorità. Ci accontentiamo del Dio trasmesso dalla cultura e dalla società in cui viviamo oppure abbiamo già scoperto il Dio di Gesù? Quando? Come?
- Per altri, Dio è come una perla preziosa. Lo stanno cercando da tempo, ne conoscono l’esistenza, fin da bambini hanno sentito parlare di lui. E ad un certo punto della vita eccolo presente lì davanti a loro. Che importanza ha Dio nella nostra famiglia? Che spazio gli diamo?
La Parola si fa preghiera
Mettiamo in preghiera quanto abbiamo ascoltato e ci siamo detti: Cosa ci fa dire questo testo a Dio?
Preghiamo col Salmo 14 (15).
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?
Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non semina calunnie con la sua lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole chi fa il male,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se ha giurato a proprio danno,
mantiene la parola;
non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
Padre Nostro…, Ave Maria…
Il Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, ci incontri, visiti la nostra famiglia, ci accompagni con la sua misericordia e ci benedica. Amen.
In famiglia
È importante preparare bene l’ambiente dell’incontro con oggetti e simboli di fede come ad esempio la bibbia, il crocifisso, una statua della Madonna, una candela… L’incontro si faccia seduti in cerchio in modo che tutti possano vedersi in faccia.
Preparare una scatola (tipo scatola delle scarpe) ben colorata e metterci dentro un cartoncino (10×15) con su scritto GESÙ. La scatola viene messa chiusa al centro del cerchio
Genitori: Benvenuti, siamo contenti di essere qui per iniziare un cammino con Gesù e tra di noi. Iniziamo facendo bene in segno della croce: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Aiutare i ragazzi a fare bene e lentamente il segno della croce. Se necessario farlo più volte. Spiegare che con questo segno i cristiani iniziano e terminano le cose importanti.
Genitori: Oggi vogliamo scoprire i tesori che abbiamo. Proviamo a scrivere le realtà più importanti della nostra famiglia.
Mettere a disposizione dei cartoncini e invitare a scrivere su ciascuno un tesoro della propria famiglia. Lasciare che la fantasia dei ragazzi si sbizzarrisca nelle cose che per loro sono importanti. Se non viene fuori suggerire: papà e mamma, fratelli e sorelle. Man mano che sono pronti i cartoncini vengono messi dentro la scatola senza lasciarne vedere il contenuto.
Genitori: In questa scatola sono racchiusi i tesori della nostra famiglia, apriamola e vediamo quali sono.
Si apre la scatola e si mettono i cartoncini al centro del cerchio. Al centro Gesù e attorno le persone, poi le cose…
Genitori: Sono proprio tanti i tesori della nostra famiglia. Chi abbiamo messo al centro? E subito dopo vicino a lui? Siamo d’accordo che Gesù è il più grande tesoro della nostra famiglia? Siamo d’accordo che noi siamo dei tesori? Cosa possiamo fare per ricordarci che Gesù è il più grande tesoro della nostra famiglia?
Ascoltiamo la Parola di Dio
Accendere una candela e prendere in mano la bibbia. Questo è un momento importante da fare con calma.
Genitori: Adesso ascoltiamo alcune parole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo 13,44-46. Gesù viene per aiutarci a scoprire, tra i tanti tesori che abbiamo, il tesoro più prezioso.
Lettura di Mt 13,44-46 (pagina 9)
Genitori: Cosa vuole dirci Gesù? Di che cosa parla? Di chi parla? Cos’è quel tesoro di cui parla? e quella perla? Chi è il mercante? E il Regno dei cieli cosa sarà?
Aiutare i ragazzi a ridire con parole loro il brano ascoltato. Aiutarli, poi, a scoprire che Gesù parla di Dio presente nel cuore di ogni persona… Chi lo scopre è felice.
Genitori: Gesù viene sulla terra per farci conoscere Dio. E ci dice che Dio è come un tesoro, come una perla. È importante e prezioso. Gesù ci permette di scoprire Dio, il tesoro presente nel nostro cuore. Chi lo scopre è felice e fa felici tante altre persone.
Se opportuno, raccontare la storia della missione di una farfalla che si trova in allegato e fare un paragone con Gesù. Come la farfalla si sacrifica per fare la felicità degli abitanti della valle, così Gesù viene in mezzo a noi per farci conoscere il vero tesoro che può farci felici per davvero.
Genitori: Il segno della croce con cui iniziamo e terminiamo le nostre preghiere ci ricorda l’amore di Gesù.
La Parola ascoltata si fa preghiera
Genitori: Da Gesù vogliamo imparare a guardare con amore quanto ci circonda e ringraziare il Padre per i tanti tesori che ci ha regalato.
Grazie perché quando arrivo da scuola
qualcuno mi ha preparato pranzo.
Grazie perché i miei genitori
pregano con me anche quando non ne ho voglia
Grazie perché papà e mamma mi aiutano a crescere
anche quando mi rimproverano.
Grazie perché la mia famiglia è una meraviglia,
anche se certe volte è difficile andare d’accordo
e volersi bene.
Grazie perché papà e mamma
mi hanno affidato una grande meraviglia: la mia vita
Grazie perché i miei genitori mi perdonano sempre,
anche quando le combino grosse.
Grazie perché i miei genitori non mi fanno mancare niente,
anche se a volte mi chiedono di rinunciare a qualcosa.
Grazie perché … (continua tu questa preghiera)
Genitori: Tocca a noi continuare questa preghiera con i nostri grazie. Da Gesù vogliamo imparare a guardare con amore quanto ci circonda e ringraziare il Padre per i tanti tesori che ci ha regalato.
Genitori: Ci diamo un segno di pace guardandoci negli occhi e dicendoci a vicenda: Tu sei prezioso per me.
Genitori: Terminiamo questo nostro incontro facendo bene il segno della croce per ricordarci quanto grande sia l’amore di Dio: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Dieci minuti al giorno
Ogni giorno genitori e figli si fermano a pregare insieme. È importante trovare un momento di calma. Se possibile suggeriamo di pregare davanti ad una croce.
Genitori: La croce rappresenta l’amore infinito che Gesù ci dona tutti i giorni e in ogni momento della nostra vita. Iniziamo la nostra preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Fare con calma il segno della croce. Se necessario farlo più volte spiegando che tracciamo su di noi una croce per ricordarci del grande amore di Gesù. Con la mano destra tocchiamo con quest’ordine: la fronte, il petto, la spalla sinistra e la destra e terminiamo congiungendo le mani. È importante che i ragazzi imparino a fare bene il segno della croce.
A questo punto i genitori leggono e spiegano un punto del paragrafo seguente intitolato Idee per la catechesi quotidiana. Suggeriamo di spiegare un paragrafo al giorno con calma, senza fretta.
Padre Nostro…, Ave Maria…, Angelo di Dio… e altre preghiere conosciute.
Genitori: Terminiamo la nostra preghiera nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Dopo aver fatto il segno della croce i genitori possono tracciare una croce sulla fronte dei figli col pollice della mano destra.
Idee per la catechesi quotidiana
- Il segno della croce si traccia portando la mano destra alla fronte, poi al petto e infine alle spalle. Il gesto è accompagnato dalle parole: «Nel nome del Padre (testa), del Figlio (petto) e dello Spirito Santo (spalle), Amen (mani giunte sul petto). È un gesto importante da fare bene e con calma. Ci ricorda l’amore di Gesù che muore in croce per noi.
- Noi cristiani iniziamo e terminiamo le cose importanti tracciando una croce sul nostro corpo. È un segno importante, da non sprecare, ma fare pensando a quanto Dio ci vuole bene. Con questo segno ci ricordiamo che Dio è il nostro tesoro. Dio è importante per noi.
- Facendo il segno della croce noi dichiariamo di essere cristiani, amici di Gesù. Lo facciamo per chiedere aiuto a Dio, ringraziarlo per il bene che ci vuole, affidargli la nostra vita… Il segno della croce è il segno del cristiano, facciamolo con orgoglio!
- Il segno della croce termina con: Amen! Con questa esclamazione concludiamo anche tante altre preghiere. Amen significa così sia, ci sto, quanto ho detto è importante per me. È un po’ come la firma al termine di una lettera che garantisce che sono proprio io che l’ho scritta. Dicendo amen garantiamo che crediamo a quanto abbiamo detto, diciamo che siamo d’accordo.
- Quando sei nato, papà e mamma hanno deciso di battezzarti, di fare di te un cristiano. Ti hanno portato in chiesa e per prima cosa hanno tracciato sulla tua fronte un segno di croce. Anche il sacerdote, il padrino e la madrina hanno fatto lo stesso. Con questo segno è iniziata la tua vita cristiana.
- Col segno della croce ricordiamo il gesto più bello che Gesù ha compiuto per noi. Gesù è venuto a dirci che Dio ci vuole un bene da morire e per dimostrarcelo è morto in croce, condannato ingiustamente da coloro che non credevano che Dio ci volesse bene.
- Col segno della croce ricordiamo che Gesù è vivo in mezzo a noi. Dopo la morte in croce, infatti, il Padre lo ha risuscitato, gli ha dato una nuova vita. Gesù ci ha voluto un bene da morire, per questo vive per sempre.
- Col segno della croce esprimiamo la nostra fede in Dio. Noi siamo convinti che Dio ci vuole bene, ci protegge, ci accompagna per aiutarci quando siamo in difficoltà. Dio è presente nella nostra vita perché ci vuole bene.
- Col segno della croce ricordiamo il nostro Battesimo e diciamo: son contento di essere cristiano. Son contento di essere amico speciale di Gesù. Son contento che i miei genitori mi abbiano battezzato. Il battesimo è il più bel regalo che papà e mamma mi hanno fatto.
- Col segno della croce attingiamo forza da Gesù per vincere la paura e il male. Vogliamo essere amici del bene e di chi fa il bene, non del male, né di chi fa il male. Scegliamo di diventare con Gesù e come lui costruttori di un mondo migliore.
- Il segno della croce abbraccia tutta la nostra persona e ci ricorda che Gesù è morto sulla croce. Gesù, la più importante persona della storia dell’umanità, è morto in croce perché non dimenticassimo mai che Dio ci vuole un bene da morire.
- Facendo il segno della croce portiamo la mano sulla fronte, perché il centro dei nostri pensieri e della nostra intelligenza è Dio che ci ha creati. Gesù si rivolgeva a Dio chiamandolo papà e ha invitato i suoi discepoli a rivolgersi a Dio con questo appellativo.
- Nel segno della croce portando la mano sul petto ricordiamo Gesù, il Figlio di Dio, nostro fratello, venuto sulla terra per salvarci, per portarci la felicità di Dio. Gesù è il figlio di Dio, ma anche fratello di ogni uomo e ogni donna. Fare il segno della croce è dire a Gesù: grazie fratello!
- Nel segno della croce portando la mano sulla spalla sinistra e poi sulla destra ricordiamo lo Spirito Santo, dono di Gesù risorto per noi, affinché il suo amore sia in noi. Lo Spirito Santo ci fa comprendere le parole di Gesù e ci rende capaci di vivere come lui.
- Il segno della croce ci ricorda che Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, l’amore che ci unisce e ci rende fratelli, capaci di compiere opere buone. Dicendo amen congiungiamo le mani per affidarci a Dio e chiedergli che continui sempre ad aiutarci.
- Il segno della croce è da fare bene. Non affrettato, malfatto, ma lento, ampio, dalla fronte al petto, dalla spalla sinistra alla destra. Concentriamoci e raccogliamo in questo segno i pensieri, la volontà, i sentimenti, per essere benedetti dal Signore.
- I primi cristiani usavano tracciare sulla fronte un segno della croce come testimonia un antico scrittore di nome Tertulliano: «Se ci mettiamo in cammino, se usciamo od entriamo, se ci vestiamo, se ci laviamo o andiamo a mensa, a letto, se ci poniamo a sedere, in queste e in tutte le nostre azioni ci segniamo la fronte col segno di croce»
- Con il segno della croce ci riconosciamo fratelli di Gesù, figli di Dio Padre e casa dello Spirito Santo. È importante imparare a fare bene il segno della croce per iniziare e concludere la giornata, gli incontri, le preghiere, le celebrazioni…
- Il segno della croce racchiude tutto il bene che Dio ci vuole. Ogni volta che lo facciamo ci impegniamo a vivere per amore così come ha vissuto Gesù. Il segno della croce ci ricorda che abbiamo bisogno di Dio.
- Tutta la vita cristiana è racchiusa dal segno della croce. Inizia con il segno della croce il giorno del Battesimo, continua col segno della croce nei momenti importanti della vita cristiana e termina col segno della croce il giorno della sepoltura.
Per approfondire
Venite nel mio campo c’è un tesoro
Chi cerca in un castello, si sa che non si sa,
se un gran tesoro d’oro troverà;
ma se qualcuno cerca
nel campo che lui è
le cose più preziose scopre in sé.
Anche tu, sì, puoi trovare un tesoro
se lo cerchi con cuore sincero,
“Venite! Venite!” anche tu griderai e più contento canterai:
“Venite nel mio campo: c’è un tesoro.
Non è fatto di pietre preziose, e neppure d’oro.
Sono tante cose belle che ogni uomo ha già con sé:
sono i doni che ha avuto in regalo dal Re del re.
Chi pesca nei suoi sogni, si sa che non si sa,
se i sogni poi diventano realtà;
ma se qualcuno cerca nel campo che lui è
le cose più preziose scopre in sé.
Anche tu, sì, …
Ognuno ha cinque sensi, la testa per pensar
e un cuore tutto vivo per amar
e trova pace e gioia chi scopre dentro sé
che il suo più grande Amico è il Re dei re.
Anche tu, sì, …
La missione di una farfalla
In una stretta valle racchiusa tra le montagne, vicino al paese che conosco solo io, si era raccolto un lago dall’acqua azzurra e trasparente, ma dall’aspetto molto triste.
L’acqua era limpida e chiara, ma nessuno vi si poteva rispecchiare, nè abeti, nè uccelli, ne fiori, proprio nessuno. Solo la cima di un’alta montagna coperta di neve e di solitudine aveva questo privilegio, e quando il sole la illuminava, la sua immagine appariva nitida nello specchio d’acqua. Da tutte le valli, dai paesi vicini e lontani, veniva tanta gente e grandi studiosi per studiare il fenomeno, ma nessuno riusciva a trovare la soluzione.
Un bel giorno, arrivò da lontano una meravigliosa farfalla dalle ali variopinte. Nessuno era mai riuscito a catturarla perché incantava tutti con la sua bellezza.
Era assetata e vedendo l’acqua limpida del lago vi si posò per dissetarsi. Ma, che stranezza! beveva e non vedeva la sua immagine riflessa nell’acqua…
La farfalla, stupita e incuriosita, chiese spiegazioni agli abitanti della valle: scoiattoli, marmotte, uccelli, abeti, fiori… e tutti le raccontarono la storia dello strano lago. La nostra farfalla si commosse, e dai suoi occhi cadde sull’acqua una lacrima. In quell’attimo, il lago la specchiò nei suoi colori vivaci. Ma fu un attimo soltanto, poi il lago tornò come prima impenetrabile.
Ormai, la farfalla aveva capito che l’acqua del lago aveva un cuore e, raccolto un fiore dalla riva del lago, lo gettò nell’acqua e vi si posò. Poi, chiamò il lago e cominciò a raccontargli la sua storia di bruco che, a forza di sognare e di sperare, un giorno si risvegliò farfalla. L’acqua ebbe un fremito e si senti in grado di raccontare a sua volta la propria.
Abitava nelle viscere della montagna che si vedeva riflessa. Infatti, era stato il suo lago sotterraneo; voleva quindi molto bene alla montagna che l’aveva ospitato e la montagna lo ricambiava con uguale intensità. Ma un giorno, si apri un falla nel terreno del monte e l’acqua dovette scorrere a valle. Prima di lasciarsi, fecero un patto. La montagna avrebbe chiuso in un abbraccio sicuro il suo lago, e il lago avrebbe permesso solo alla montagna di rispecchiarsi nelle sue acque.
La farfalla interruppe il racconto a questo punto e disse: È bella la tua storia, ma non ti pare che tu e la montagna vi vorreste più bene se divideste il vostro amore con tutti gli abitanti della valle? Vedi, io permetto a tutti di guardare i miei meravigliosi colori…
L’acqua restò convinta, ma come fare per parlarne alla montagna così alta?
La farfalla si offri di salire fino in cima al monte per chiedergli di accettare che alla sua immagine riflessa si unissero tutte quelle degli abitanti della valle: piante, fiori, animali…
Così, incurante del freddo, la farfalla volò a compiere la sua missione.
Per il freddo, le sue ali perdettero i bei colori, ma la montagna fu felice di accettare la proposta del lago e di aiutare i suoi amici.
L’acqua del lago non aspettò l’arrivo della farfalla… percepì un fremito nella montagna che si specchiava, capì… e tolse il velo che la separava dalla valle e in quel momento gli alberi, le rocce, i fiori si videro riflessi nell’acqua insieme alla sommità del monte e alle nubi che in quel momento solcavano spensierate l’azzurro del cielo.
Fu così che tutti seppero dell’amore profondo che aveva legato con un patto la montagna più alta e il lago, e di come quell’amore si fosse aperto a tutti.
Di lì a poco, arrivò la farfalla e specchiandosi nell’acqua vide le sue ali bruciate dal freddo, ma si senti tanto felice; aveva capito che per insegnare ad amare bisogna per primi amare.