
Domenica 14 maggio 2023 – Gv 14,15-21 – VI di Pasqua
Omelia di don Carlo
Non vi lascerò soli! Questa è la promessa di Gesù che il brano del Vangelo di oggi ci ricorda. Durante l’ultima cena Gesù promette ai discepoli un Consolatore, lo Spirito di verità. Promette di continuare ad essere presente nella loro vita ed accompagnare i passi dell’umanità, ma in modo diverso. La sua sarà una presenza reale e garantita per sempre, ma invisibile al mondo. Una presenza a servizio di tutta l’umanità, di ogni uomo e ogni donna, tuttavia visibile solo a chi crede, visibile soltanto per chi accetta la sfida del Vangelo di mettersi a servizio e fare della propria vita un dono d’amore.
D’ora in poi soltanto chi ha il coraggio di dedicare la propria vita alla causa del Vangelo, che è la causa dell’umanità, della giustizia, della pace, della solidarietà…, incontrerà Gesù, sarà animato dallo Spirito Santo e vedrà il Padre.
Gesù è vivo in mezzo a noi e continua la sua missione grazie a tanti uomini e tante donne che accettano di mettere la propria vita a servizio dell’umanità sofferente. Compito del cristiano, missione di colui che crede in Gesù è renderlo visibile, farlo vedere presente oggi nella vita dell’umanità. Gesù non è un personaggio del passato che ricordiamo con nostalgia, ma una presenza viva nella comunità dove vivono coloro che accolgono e mettono in pratica la buona notizia del Vangelo.
Noi siamo presenza di Gesù nella storia degli uomini e delle donne di oggi quando diamo da mangiare agli affamati, acqua agli assetati, vestiti, tetto e lavoro a chi ne è sprovvisto. Facciamo vedere che Gesù è vivo quando accogliamo chi è alla ricerca di una vita dignitosa, ci facciamo vicini a coloro che soffrono, a quanti sono privati della libertà e prendiamo posizione in difesa delle vittime delle ingiustizie. Facciamo vedere Gesù quando scegliamo la giustizia e la pace e rifiutiamo l’ingiustizia e il male.
Lo Spirito Santo è la forza che il Padre dona a chi sceglie di amare come Gesù, servire come Gesù, vivere come Gesù, essere fedele come Gesù. Lo Spirito Santo ci permette di essere come Gesù e ci dona la forza di continuare la sua missione su questa terra. Grazie allo Spirito Santo tanti uomini e donne danno quotidianamente la vita per la giustizia, si mettono a servizio degli impoveriti, lasciano le loro terre per annunciare che Dio è padre buono e misericordioso e così facendo danno continuità alla missione di Gesù e lo rendono presente su questa terra.
Noi, che siamo i discepoli e le discepole di Gesù nel 21° secolo, abbiamo la responsabilità di scegliere, di prendere posizione, come Maria ha avuto la responsabilità di dire: io ci sto ad essere la serva del Signore, accetto di dare forma e visibilità al Figlio di Dio, accetto di essere la mamma di Gesù. Noi abbiamo la responsabilità di schierarci con Gesù a favore degli impoveriti e degli oppressi. Questa scelta ci permette di vedere Gesù. Vede Gesù soltanto chi si mette in gioco con lui e fa sua la causa del Regno di Dio che è la causa del Vangelo e degli impoveriti. Vede Gesù chi sceglie di percorrere i sentieri della giustizia e non si ferma davanti ai compromessi del male, né si domanda cosa sia più conveniente fare, né cosa ci guadagna. Vede Gesù chi è disposto a dare la vita, fino al martirio se necessario, pur di non tradire la causa del Regno.
Il non prendere posizione, lo stare a guardare preoccupati più di mantenere il benessere e i privilegi raggiunti che di servire il Regno di Dio, impedisce allo Spirito Santo di agire. È questo il peccato contro lo Spirito Santo: non prendere sul serio la nostra missione su questa terra, sopravvivere e vivacchiare, stare a guardare cosa fanno gli altri invece di vivere e prendere decisioni. Noi siamo gli inviati di Dio a trasformare questo nostro mondo ad immagine e somiglianza del mondo che Lui ha creato. Se noi ci rifiutiamo o più semplicemente rimaniamo in attesa che altri facciano, impediamo a Dio di agire e di esistere.
Accenno brevemente a due cammini fra i tanti che il Vangelo di oggi ci suggerisce di percorrere.
Il primo. Rimettere Gesù al centro della nostra esistenza. Abbiamo urgente bisogno di prendere sul serio Gesù e rimetterlo al centro della nostra vita togliendo le incrostazioni che nel corso di questi duemila anni di storia lo hanno nascosto e imbalsamato impedendogli di agire. Rimettere Gesù al centro significa prendere sul serio la missione che affida ai suoi discepoli, dunque a noi: andate in tutto il mondo, annunciate con la vostra vita il mio Vangelo, mettetevi a servizio degli impoveriti, frequentate le periferie esistenziali e rimboccatevi le maniche perché voi siete le mie mani, la mia voce, la mia testa…
Il secondo. Metterci in ascolto dello Spirito Santo. La tentazione di starcene tranquilli nel nostro benessere è attraente e ci induce a pensare a noi stessi senza preoccuparci degli altri. Metterci in ascolto dello Spirito significa ascoltare il grido di aiuto dell’umanità. Il grido dei popoli in guerra, dei popoli oppressi dalla miseria e dall’ingiustizia… Per la chiesa ascoltare la voce dello Spirito significa rinunciare alle sicurezze di una tradizione religiosa plurisecolare e alla gloria di essere la religione più potente al mondo per accogliere la verità del Vangelo.
Per noi cristiani Gesù continua ad essere il grande maestro di vita. Abbiamo bisogno di lasciarci aiutare dallo Spirito Santo a ricordare la verità di Gesù. Se la dimentichiamo non sapremo più chi siamo, né cosa siamo chiamati ad essere, ci allontaneremo gradualmente dal Vangelo e diventeremo inutili. Il cristiano è un cercatore gioioso della verità sotto la guida dello Spirito Santo.