
Dal 2 al 18 agosto un gruppetto di giovani della nostra parrocchia ha visitato le comunità in cui don Carlo ha lavorato come missionario.
Riportiamo alcuni loro commenti.
È già passata una settimana dal nostro ritorno dal Brasile, e solamente ora che ho raccontato del nostro viaggio alla mia famiglia e ai miei amici sento di poter scrivere qualcosa.
Non è facile riassumere un’esperienza così ricca in poche righe, più uno ci pensa e più saltano fuori dettagli e i ricordi aumentano: l’emozione della partenza, il primo passo in terra brasiliana, la natura incontaminata, il sorriso delle persone incontrate… ma senza dubbio, ciò che mi rimarrà per sempre impresso nel cuore è il viso emozionato, quasi commosso, dei bambini incontrati nel centro ACAMIS in Vàrzea Grande, un centro in cui vengono ospitati bambini dai 6 ai 14 anni per evitare che vengano lasciati per strada dai genitori. È indescrivibile l’emozione provata per la calorosa accoglienza da parte dei ragazzi, desiderosi di riempirci di abbracci e giocare insieme a noi: sapere quanto possono soffrire, ma vedere nei loro occhi una tale felicità è qualcosa di unico! Senza nemmeno dirmi niente mi hanno insegnato la maniera con la quale approcciarsi alla vita, che nonostante le difficoltà è un qualcosa di unico che bisogna tenersi ben stretto.
Mi sento fortunato per aver avuto l’occasione di partecipare a questo viaggio; ringrazio don Carlo per averci fatto toccare con mano la vera cultura brasiliana e tutti i miei compagni di viaggio per aver condiviso un’esperienza indimenticabile!
Gabriele
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L’esperienza in Brasile è stata unica. Quello che mi è rimasto di più, e che tengo ben saldo nella memoria, sono i sorrisi delle innumerevoli persone che ci hanno accolto, giorno dopo giorno, nelle loro vite. Gente semplice, che non si aspetta nulla da te se non la tua presenza. Gente che non ha paura di dare, di offrire tutto quello che ha, perché pensa che il momento presente sia il più importante, e che bisogna sempre amare il prossimo.
Questo viaggio mi ha aperto gli occhi, e mi ha fatto rendere conto di quante cose superflue la nostra società possiede, e di quanto più si possa essere felici vivendo semplicemente con le cose essenziali, come le persone che abbiamo conosciuto. Mi sento davvero fortunata ad avere avuto la possibilità di viaggiare e di conoscere una società così diversa e così bella, staccandomi dalla routine di ogni giorno, e scoprendo che la ricchezza più grande sono i legami tra le persone, la solidarietà, la fratellanza, la semplicità e la bontà.
Annalisa
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Il Brasile è stata una scoperta per me. Ho conosciuto una cultura molto differente dalla nostra e delle persone molto calorose e accoglienti da farci sentire sempre a casa. Non ci hanno fatto mancare mai niente, sempre con il sorriso e pronte per accompagnarci e passare la giornata insieme.
In particolare mi ha toccato la mattinata al “centro Acamis” dove ho potuto avere un contatto diretto con bambini e ragazzi e vedere che basta veramente poco per renderli felici. Sono contento che ci siano questi centri per ragazzi più bisognosi di noi che riescono così a creare amicizie e far si che non si perdano nella società.
Il Brasile ha superato le mie aspettative ed ora non mi tocca che aspettare il prossimo anno per accogliere alcuni di loro qua a Cuneo!
Simone
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Sto metabolizzando l’esperienza in Brasile molto lentamente. Se le nostre giornate in quelle due settimane passavano veloci, ciò che ho vissuto, invece, mi sta attraversando piano piano e penso mi rimarrà dentro a lungo. Quello che sembrava un viaggio rischioso e difficile, si è rivelato il viaggio più bello della mia vita fino ad ora e avrei voluto che fosse durato di più.
Torno da queste due settimane estremamente cambiata e mi bastano dei piccoli dettagli per farmi ricordare le persone che ho incontrato, i luoghi che ho esplorato, le risate che ho condiviso e anche gli imprevisti che, secondo me, non sono arrivati per caso.
Mi sento molto fortunata ad aver avuto questa possibilità e ad aver ricevuto un trattamento così speciale da tutti i brasiliani che ci hanno accolto. Spero che il prossimo anno riusciremo, assieme a tutta la comunità di San Rocco, ad accogliere nello stesso modo i ragazzi che ci verranno a trovare a Cuneo.
Alessia
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Ciao. Sono Giulia Loffredo, una dei ragazzi della parrocchia di San Rocco Castagnaretta che ha partecipato al viaggio in brasile nel mese di agosto.
Non so bene come descrivere quest’esperienza perché è stata davvero meravigliosa sotto molti punti di vista e ringrazio tutti quelli che ci hanno permesso di realizzarla.
Il brasile è un altro mondo, completamente diverso dal nostro e anche da come lo immaginavo, è stato veramente un viaggio emozionante che mi ha colpito a fondo e mi ha fatto riflettere su molti aspetti della mia vita che do per scontati e che invece per molte persone non lo sono.
Per prima cosa mi ha colpito molto l’attenzione che tutte le persone ci davano senza conoscerci, ci accoglievano a casa propria per mangiare e dormire e ci trattavano come se fossimo dei loro amici, erano orgogliosi di potersi mettere al nostro servizio e preparavano la nostra accoglienza come se noi fossimo degli ospiti davvero importanti. Mi ha colpito soprattutto il modo di fare delle persone, la semplicità con cui risolvevano i problemi e l’aiuto reciproco che si davano.
Mi ha affascinato molto la loro cultura, il loro cibo e l’attenzione che ognuno dava nell’aspettare sempre che gli ospiti mangiassero per primi, le loro danze e i loro balli che coinvolgono e portano allegria, i loro sorrisi anche vivendo nella povertà, la loro gioia di andare avanti nonostante non stia andando tutto per il meglio.
Nei giorni in cui siamo stati là abbiamo visitato diversi posti, incantevoli dal punto di vista naturalistico, e parlato con diverse persone che ci raccontavano della loro vita e della loro esperienza.
Mi ha impressionato soprattutto la visita alla scuola, l’impegno da parte degli insegnanti di creare delle società per evitare che i bambini rimangano per strada, l’orgoglio negli occhi della maestra per i lavoretti che ci mostrava, i bimbi che non vedevano l’ora di abbracciarci e che erano solo desiderosi di affetto.
Ho capito la ragione per cui Don Carlo vorrebbe tornare in Brasile, perché è una società stupenda con niente di materiale, ma un cuore e un anima pronta a vivere per gli altri e ha tantissimo da insegnare e dopo questa esperienza vorrei riuscire a portare un po di questo ideale anche nella nostra società.
Giulia
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Il viaggio in Brasile è stato ricco di esperienze, spontaneità delle persone che abbiamo incontrato, natura, ospitalità; ciò mi ha permesso di crescere e rendermi più consapevole su diversi temi.
È stata un’immersione in un’acqua ghiacciata e potente che mi ha risvegliata, mi ha fatto capire che nulla è da dare per scontato e che vivere con l’altro e per l’altro fa bene al cuore.
Ormai ero abituata alle comodità e alla routine che si creano nella vita di una studentessa universitaria, mi stavo dimenticando del mondo che mi circonda. Il Brasile mi ha ricordato che in questa vita non siamo soli e che l’aiuto reciproco può essere davvero utile ad entrambe le parti. Un proverbio africano dice: se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano corri con qualcuno. Le azioni dei Brasiliani che abbiamo incontrato mi han fatto capire che loro hanno deciso di camminare insieme, di fare comunità, per accoglierci hanno dato priorità a noi, hanno messo il freno alla loro vita per camminare con noi.
I giovani che ci hanno ospitati (25-30 anni) hanno scelto di dedicare una settimana di ferie a noi, anche se non ci conoscevano. Io mi son chiesta: quanti di noi l’avrebbero davvero fatto per ospitare sconosciuti e stranieri? Dedicare il periodo delle ferie a noi è stato un grandissimo regalo. I giovani di Varzea Grande ci hanno accolti nella loro vita, ci hanno portato con loro in alcune loro abitudini (danza della capoeira, samba), ci hanno mostrato molto da vicino la loro quotidianità; inoltre, ci hanno accompagnato a visitare seminari, conventi, la natura nei dintorni di Cuiabá e la regione del Pantanal.
In questo viaggio mi hanno colpito molti istanti, sguardi, espressioni, tra i quali: l’amore che si intravvede negli occhi e negli atteggiamenti delle persone che abbiamo incontrato, un amore verso l’altro, sembrava un amore quasi incondizionato.
Per esempio, la tenerezza nei gesti delle maestre della scuola municipale di Varzea Grande che ci hanno calorosamente accolti, amavano quei bambini e se ne prendevano cura quasi come fossero i loro figli attraverso delle attività sul riciclaggio, sul mare (che i bambini non hanno la possibilità di vedere dal vivo).
Mi ha colpito quanto fossero a conoscenza di alcuni problemi, come in questo caso la violenza sessuale (che interessa circa il 70% delle ragazzine sotto i 13 anni), e come cercano una soluzione attraverso laboratori e attività per toglierli dalla strada (associazione ACAMIS).
L’amore in questi occhi è lo stesso amore che ci hanno dedicato le persone dalle quali eravamo ospiti. L’ospitalità ci veniva dimostrata con grandi quantità e bontà di cibo offerta a noi, tanta disponibilità, spiccata curiosità nel confronto di come si viveva oltreoceano.
Ci son stati 2-3 giorni in cui abbiamo fatto visita ad amici di Don Carlo e ci hanno accolti tutti con enormi banchetti. Di fronte a tutto quel cibo io mi chiedevo: ma siamo solo in 12, non è che verrà sprecato il di più? Questo dubbio me lo portavo nel cuore, e ovviamente l’ho esternato a Don Carlo che mi ha spiegato che nella cultura brasiliana si cucina sempre un po’ di più per aver qualcosa di pronto e buono se qualcuno da fuori ne avesse bisogno.
Ho incontrato una cultura dedicata all’altro, una vera propria comunità in cui si faceva una gran rete di vita insieme.
Mi porto a casa questa generosità, questa consapevolezza che nella vita ci sono dei problemi e insieme, con l’altro, si possono risolvere a volte anche più facilmente che non da soli, mi porto nel cuore gli sguardi di bambini curiosi.
Al di là di questa bellezza umana, c’è anche la bellezza della natura: migliaia di km di natura incontaminata: consumavamo molti chilometri su strade rosse di argilla con il nostro mezzo di trasporto e incontravamo davvero pochi centri abitati. Per fare un riferimento ai numeri: abbiamo passato la maggior parte dei nostri giorni nella regione del Matogrosso (903.357 km²) che è circa 3 volte più grande dell’Italia (301.230 km²) e ha una densità di popolazione del 3,61 ab/km2, mentre l’Italia ha una densità di popolazione di 189 ab/km2.
È stato un viaggio davvero ricco, sicuramente fossi andata per conto mio non avrei avuto la possibilità di immergermi così in profondità in questa cultura, ringrazio don Carlo, i miei compagni di avventura (che son stati compagni di viaggio ottimi, questo viaggio ci ha dato la possibilità di conoscerci, di rafforzare legami e di superare insieme qualche difficoltà e tensione) e tutte le persone che ci han reso questo viaggio così bello.
Federica
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Soltanto ora che siamo tornati, mi rendo conto di quanto questo viaggio, in un paese così lontano e diverso dal nostro, abbia cambiato un po’ il mio modo di fare e di vivere le cose. Ci siamo trovati a vivere moltissime esperienze diverse accompagnati dai ragazzi del posto, che ci hanno accolti e ospitati come se ci conoscessimo da sempre.
Mi ha colpito molto il loro modo di fare, sorridono e cantano sempre, anche quando si trovano ad affrontare situazioni non così semplici. Grazie alla loro ospitalità abbiamo avuto il privilegio di conoscere da vicino la cultura Brasiliana, che è molto diversa dalla nostra, abbiamo mangiato il loro cibo, dormito nelle loro parrocchie e ci siamo avvicinati molto ai loro ritmi e alle loro abitudini. Non è stato un semplice viaggio in Brasile, ma un’esperienza unica che ci ha fatto conoscere le sfaccettature più diverse di un popolo tanto diverso dal nostro. Abbiamo conosciuto bambini di alcune scuole e del centro Acamis, che ci hanno accolto con occhi pieni di gioia e amore nonostante la vita laggiù sia molto difficile per loro. Abbiamo conosciuto le loro maestre e la voglia che hanno di aiutarli e salvarli dalle strade. Passando per le strade delle città abbiamo scoperto l’enorme divario sociale che contrappone ad altissimi grattacieli piccole casette diroccate in mezzo alla polvere rossa. Abbiamo anche visitato posti che sono talmente limpidi e verdi da sembrare incantati, enormi distese verdi lontane da tutto che sono abitate solo da coccodrilli e tuiuiu.
È stata un’esperienza incredibile e ringrazio Don Carlo che, credendo in questo viaggio dall’inizio, ci ha dato la possibilità di viverla.
Marianna
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L’esperienza in Brasile si è rivelata fin da subito una bella avventura, un momento nel quale crescere e mettersi in gioco. Condividere tutto il tempo della giornata con il gruppo è stato bello, e alle volte complicato; ma mi ha insegnato molto e ne sono riconoscente.
Parlando di quello che hanno visto i miei occhi invece, sorgono giovani ricordi dove forse è più il cuore a raccontare le emozioni e le immagini vissute; quelle di gente buona e disponibile a regalare una visione positiva di un paese ricco di contraddizioni. Andando in Brasile si è realizzato uno dei miei sogni, visitare i paesaggi e la natura era il pensiero dominante fin da bambino. Vedere la natura incontaminata ha creato in me molta pace e curiosità, accompagnata dalla voglia di scoprire un mondo che sarà sempre più grande di noi.
Matteo
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È molto difficile tradurre in parole le esperienze ma soprattutto le emozioni che abbiamo vissuto in Brasile. Un po’ perché non sono troppo bravo a scrivere e un po’ perché sono state tantissime e velocissime. Già da subito il viaggio è iniziato in modo “originale” e si è trasformato immediatamente in una piccola sfida. Solitamente avrei iniziato ad arrabbiarmi con tutto ciò che mi stava attorno: invece, grazie soprattutto all’umorismo un po’ sfacciato di Lorenzo, il nostro disguido si è trasformato in una piccola avventura.
Arrivati a destinazione è iniziata però quella vera, di avventura. Ho osservato innumerevoli meraviglie; scoperto un nuovo mondo , alimentato da pensieri e sogni differenti, retto da una filosofia di vita quasi impraticabile per noi europei, sempre di corsa e indaffarati a fare qualcosa: quella della distensione, dell’approcciarsi al problema cercandone il buono invece che la sfortuna.
Ho scoperto realtà povere, poverissime talvolta, e mi sono reso conto di cosa significa stare bene. Ho goduto di un’accoglienza senza pari, l’abbraccio di chi ha poco (se non niente) eppure ti da tutto e ti tratta come fossi un re.
Ho visto meraviglie naturali e animali che mi hanno lasciato a bocca aperta, proprio come quando da bambino le vedevo nei documentari della National Geographic o sui miei libri. Eppure la cosa che più mi porterò nel cuore sono le persone che abbiamo conosciuto e scoperto e poi l’immagine, l’attimo dello sguardo di quella bambina che, durante il ballo preparatoci dalla sua scuola per accoglierci, si commuove, senza nemmeno conoscerci.
Francesco