
Articolo per il giornale diocesano La Guida del 05/03/2020 scritto da Fabrizio Pepino
Più forti del Coronavirus, i giovani di San Rocco Castagnaretta, dopo essersi buttati con successo a servire la cena e intrattenere dal palco con musica e giochi i partecipanti alla cena di carnevale svoltasi dopo la grande sfilata di Cuneo, si lanciano in una nuova coraggiosa proposta rivolta in primis a tutta la comunità parrocchiale, ma in realtà aperta a tutti, pensata per accompagnare il cammino quaresimale che ci avvicina alla Pasqua.
La locandina parla chiaro: “Venerdì di Quaresima al salone Don Marro. C’è dell’Altro. I giovani vi invitano ad un momento di testimonianza e di preghiera”. Se lo spunto per il titolo arriva da una canzone di Nicolò Fabi, “Io sono l’altro”, nella quale il cantautore parla dei tanti “altri” che ci vivono accanto e che ogni giorno possiamo decidere di ignorare o di accogliere, il contenuto dei quattro incontri in programma tutti i venerdì di marzo alle 18,30 al salone Don Marro è tutto farina del loro sacco.
Ispirati dal mai sopito invito a vivere lasciando un’impronta, lanciato da Papa Francesco alla Giornata Mondiale dei Giovani 2016 di Cracovia, i giovani di San Rocco hanno chiesto ad alcuni coetanei (sanrocchesi e non) di venire a portare le loro testimonianze di servizio alla malattia, alla pace, alla povertà e alla Chiesa vissute di recente in Paesi lontani o luoghi simbolici, al di fuori dell’Italia.
Il primo atto va in scena domani – venerdì 6 marzo, ndr – e mette a fuoco l’esperienza di Matteo Camogliano che ha accompagnato alcuni malati a Lourdes con l’Oftal. Venerdì 13 marzo sarà la volta di Elisa Lanteri, che attraverso i “corridoi umanitari” ha “scortato” una famiglia dal Libano in guerra all’Italia. Il 20 marzo toccherà a Giulia Bagnis, che ha portato il sorriso dei Nasi Rossi tra i bambini delle scuole del Guatemala, costretti in uno stato di povertà permanente. Infine, il 27 marzo Miriam Gas spiegherà cosa ha voluto dire per lei vivere e fare da guida culturale ai pellegrini in Terra Santa, nei luoghi in cui ha vissuto Gesù.
Ogni incontro si aprirà e si concluderà con un momento di preghiera sullo stile di Taizè, mentre le testimonianze verranno portate in prima persona dai protagonisti e saranno arricchite dalla proiezione di fotografie che documentano l’esperienza vissuta. A intervallare i diversi momenti della preghiera ci saranno pause musicali e di silenzio, lasciando anche spazio alla preghiera comune spontanea.
Fabrizio Pepino